PIERO TARTAGLIA
1933 – 2008
Pittore, è stato l’ideatore e maestro del Disgregazionismo geometrico.
Attratto dalle tendenze astratte e informali, matura una ricerca pittorica attraverso i territori che non si pongono in orizzontale, ma si sviluppano in apparizioni verticali, secondo una legge di gravità dove non è necessario saggiare la statica delle masse e dei volumi, ma semmai sfruttare al massimo la capacità di associazione e di eclettismo dei materiali.
Spatole e pennelli trasmettono inquietanti “segnali d’occupazione” su ineludibili forme che si addensano e si frantumano nello spazio tridimensionale su cui l’immagine dipana e dispone il suo percorso. È questo l’ingombro minimo del diaframma tra l’idea e la sua realizzazione; è uno spessore minimo che permette una contrazione tra momento ideativo e momento esecutivo. Il campo di immagine prodotto ci riporta al senso morale, etico (non c’è dramma intorno alla mutazione), è il disgregare per poi riedificare. In altri termini, è come sovrapporre un’idea sull’altra, un edificare vero, un’immagine sopra all’altra, l’architettura come neo/oggettistica per mettere fine al turbamento dello “sbarco” della “superarte” sull’architettura dell’impossibilità. Che naturalmente non è personale, ma sociale e storica.

